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Uno dei Must della tradizione umbra: le Ciriole alla ternana

Rimanendo nella cucina semplice e povera, ma da leccarsi i baffi.

Ho proprio tanta voglia di destreggiarmi tra i miei amatissimi fornelli… mio figlio a scuola e mia moglie a lavoro… mattinata totalmente di relax, quindi, viene da se che, per godermela fino in fondo, non posso non giocare tra il pentolame.

Ho pensato di preparare le succulente “Ciriole alla ternana” e non con ciriole comprate, ma le farò io… in casa… tanto non è complicato… ci vuole solamente tempo, pazienza ed un grembiule, onde evitare di ridurre i miei vestiti ecce homo.

Preparata la spianatoia sul tavolo, metto un bel mezzo chilo di farina al centro, come fosse una montagnetta e, come sempre, pratico un bel buco al centro… ora viene il bello… odio questa parte in cui mi sporco e mi impiastriccio tutte le mani, ma è qualcuno lo deve pur fare, per mangiare questa prelibatezza, no?!?!?

Comincio a versare nel “cratere” dell’acqua e inizio ad impastare.

Com’è ovvio che sia, appena muovo la farina, dei rigagnoli d’acqua escono dalle pareti “del monte farinoso”… sembra un vulcano a tutti gli effetti, con tanto di lava che cola, ma non scotta fortunatamente… comunque, impasto, impasto ed impasto, fino a quando non ottengo un composto omogeneo ed uniforme.

Ok… il peggio è passato, almeno per me, quindi, avvolgo la pasta in un panno umido e lo lascio lì per un’oretta… ora tocca al sugo… gnam, gnam, gnam!

Olio extravergine d’oliva… quello “bono” del contadino, lo metto in una padella, aggiungo uno spicchio d’aglio, spogliato della camicia, e poi faccio quella mossa che mi fa sentire tanto Chef… dovrò coccolarmi ogni tanto?!?!? accendo il fornello, inclino la padella e posiziono la parte dove l’olio si addensa, proprio sopra la fiamma… questo perché l’olio messo sulla padella  sommerga l’aglio che, così, si dorerà in maniera uniforme…

Appena mi accorgo che l’aglio si sta colorando, aggiungo dei pezzetti di peperoncino e del prezzemolo triturato. Li lascio colorire leggermente, poi, prima che si bruci qualcosa, aggiungo la passata di pomodoro.

Aspetto cuocere il sugo a fuoco basso, mescolo e rimescolo, fino a che non vedo quel classico colore arancio che prende l’olio che bolle con il sugo, quella patina sopra il pomodoro che sembra dirti: “Hey, sono pronto lo vedi?”… quindi aggiungo il sale e, da vero e proprio vizioso, assaggio il risultato, immergendo un pezzo di pane e poi mangiandolo.

Mmm… scotta, ma che delizia!!!

Mentre il sugo cuoceva, tra un giramento di sugo e l’altro, passata l’ora di riposo dell’impasto, ho cominciato a staccare dei pezzetti di pasta e, con le mani, a fare dei “serpentelli”, quindi, non tagliatelle e nemmeno spaghetti, ma serpentelli, cicciottosi e dalle estremità più fine, ovviamente lunghi quanto basta… non sono strangozzi… ok?

A questo punto non resta che, far bollire l’acqua nella pentola della pasta e, solamente dopo, aggiungere il sale e poi calare la pasta.

Cotta la pasta, la scolo con una certa celerità… non so se ho più paura che si “scuocia” o se è più forte la voglia di assagiarla, comunque sia, la scolo e la riverso nella padella del sugo… mmm… fame… ok… fuoco acceso ed alto, ripassiamo le ciriole nel sugo e quando il tutto è bello amalgamato e rappreso, le verso nella ciotola bianca da portare a tavola… spolveratina ancora di prezzemolo e… “a tavola!”

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