Terni, Narni, Lo speco e San Francesco.
San Francesco d’Assisi veniva nella nostra Conca, vicino Narni, per meditare.
Tra i tanti luoghi da visitare nel ternano, c’è un luogo che, credenti o meno, a livello di Fede Cristiana, ha un impatto emotivo non indifferente.
E’ un luogo in cui, non appena si arriva con l’auto, fermandosi nel parcheggio, circondato dalla vegetazione, ci si sente rapiti e riportati ad una dimensione di unione con Madre Natura; una sensazione che pervade dal profondo e che dona subito una qualche tipo di quiete.
Dal parcheggio si deve intraprendere un ampio viale in salita che porta al rinomato “Speco”. Questo breve tragitto si snoda lungo il monte, quindi è costeggiato da una parete ricca di alberi e vegetazione, che sale verso la cima e la parte contrapposta che scende a valle.
Questo luogo di preghiera, ritiro spirituale e meditazione, è costituito da più edifici di cui una cappella isolata più in alto, rispetto alla porzione di edifici più grande che si trova poco sotto, ma ben separata da alberi che sembra tentino di nascondere la piccola chiesetta, agli occhi dei visitatori.
La prima cosa che colpisce profondamente, appena varcato il cancello che delimita lo Speco, è lo straordinario paesaggio che si apre sulla Conca Ternana, una visuale che, letteralmente, toglie il fiato, quasi come se solamente in quell’istante ci si rendesse conto dell’altitudine (600 metri sul livello del mare) e della potenziale aria rarefatta.
Gli edifici presenti sono perfettamente conservati, come l’oratorio di San Francesco, ad indicare che il “poverello” di Assisi era solito venire in questo luogo per ritirarsi in preghiera e, più precisamente presso una grotta che si nasconde dietro una fenditura di 60 metri, che si apre verticalmente nella roccia.
In realtà, questo luogo era già noto come luogo di culto e preghiera, con il nome, in precedenza, di Eremo di Sant’Urbano, fondato dai Monaci Benedettini intorno all’anno 1000 e, già allora, era presente l’oratorio di cui sopra, ma intitolato a San Silvesto.
Comunque sia, a prescindere del Santo a cui è dedicato questo luogo, rimane certo il fatto che stimoli una pace interiore ed un ritorno alla quiete, non indifferente.
Il verde dei boschi che circonda gli edifici, il silenzio, interrotto solamente dai suoni della natura che è viva e prolifica, gli edifici in roccia che risultano candidi e puliti e la lontananza dei rumori della civiltà, come la conosciamo, regalano momenti di meditazione, anche involontaria.
L’Umbria è una terra ricca di richiami religiosi e patria di uno dei Santi più conosciuti al mondo, se non il più conosciuto, San Francesco; Terni, già patria di San Valentino, patrono dell’amore, ha anche la fortuna di custodire questa location gioiello, che ha conosciuto i pensieri più intimi del “fraticello di Assisi”.
Terni, la mia città
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