Il “Libero Liberati” di Terni, un monumento in onore della Ternana Calcio 1925.
La mia prima volta è stata alla tenera età di sei anni…
… Vi siete spaventati? … avete capito male, io mi riferivo alla mia prima volta al Liberati.
Come ho detto, avevo sei anni quando mio nonno mi portò, per la prima volta, allo Stadio a vedere la Ternana e, per cominciare, andammo in tribuna numerata.
Salite le scale ed entrando in quella che mi sembrava quasi un’arena, gli occhi si riempirono di colori vividi, di uno spazio quasi immenso, dopo esser passato tra la folla, nei “corridoi” predisposti all’ingresso e mi sentii, in primis, piccolissimo e poi gonfio di emozione, quasi sul punto di non poterla contenere.
Quella è stata la mia prima ed ultima volta, in uno dei settori più esosi dello Stadio Comunale di Terni, ma, di certo, non è stata la mia ultima esperienza come tifoso delle Fere!
A quattordici anni, quando ho cominciato ad uscire autonomamente il pomeriggio, ho iniziato a trascorrere le mie domeniche al Libero Liberati, rigorosamente in Curva Est e, quasi sempre, a cavallo del parapetto che delimita, ancora oggi, il fossato che gira attorno al campo di calcio, con al mio fianco Bibbo, Tolomei e tutti gli Ultras della Ternana.
Già da ragazzo il “Libero Liberati” mi appariva come una struttura magnifica, quasi come una vera e propria opera d’arte, dedicata al calcio e dedicata alle Fere.
Le sue curve, che sinuosamente avvolgono questa “arena” di gioco e che non sono semplici tribune parallele alle linee del campo, come al “Curi”, lo rendevano e lo rendono superbo ai miei occhi; la Curva “San Martino”, rigorosamente ad uso e consumo degli ospiti, sembrava un diamante incastonato tra la Curva Nord e la “Ovest”; il manto verde curatissimo e gli spalti sempre pieni, con i loro 22.000 posti, erano il coronamento di un capolavoro… la giusta cornice che esaltava il quadro dipinto, dall’ingegner Leopoldo Barruchello per la Ternana, nel 1969.
Sono trascorsi anni ed anni da questi ricordi adolescenziali ed io sono ancora sugli spalti della Curva Est, a volte al primo anello ed a volte al terzo, a guardare quello Stadio che , come me, porta i segni del tempo che passa, con dignità, ma in modo evidente.
I murales tra la Curva Est e la Curva Sud sono sbiaditi, ma, come allora, danno il benvenuto ai pullman dei giocatori.
Il manto erboso è stato rifatto da poco, aggiungendo un sistema di tubazioni di riscaldamento sotterraneo, per far asciugare il campo, in caso di pioggia od umidità, nel più breve tempo possibile.
Le tabelle pubblicitarie, a bordo campo, sono quelle di ultima generazione ed, all’esterno, oltre ad i tornelli di sicurezza, sono state apposte delle gigantografie delle formazioni che hanno vinto il campionato negli ultimi anni.
Nonostante gli ammodernamenti in ambito tecnologico e di controlli di sicurezza, e nonostante i segni di vecchiaia che si mostrano in maniera evidente, quando guardo il Liberati, sento che mi si gonfia il cuore, quasi a dismisura, come quando vi entrai la prima volta con mio nonno e sentii mancarmi il fiato, ma, soprattutto, in occasione del “Derby dell’Umbria”, con il Perugia, quando il Sold Out è assicurato e tutte le gradinate si riempiono di rosso e di verde, la mia emozione è indescrivibile.
Lo Stadio Comunale “Libero Liberati” è un altro pezzetto di Terni che merita di essere visto, ma soprattutto, anche per una sola volta, è un’esperienza che va vissuta.
Terni, la mia città
Il Bello di Terni
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