Il Parco di Cardeto a Terni, un ricordo per ogni età.
Un luogo ricco di ricordi per tantissimi ternani.
C’era una volta… purtroppo questo articolo comincia con una dicitura da favola, ma anche con un briciolo di nostalgia.
In questo “c’era una volta” nascondo anche un pizzico di speranza però, visto che le premesse potrebbero esserci tutte e dovrebbe essere solo questione di volontà e tempo.
Sicuramente vi starete domandando: “Ma di cosa sta parlando?”
C’è uno spazio, nella nostra città che, per i giovincelli come me, ha rappresentato tantissimo durante tutta la nostra crescita, da quando eravamo bambini, passando a quando eravamo adolescenti, fino a quando eravamo ormai autonomi negli spostamenti ed avevamo, quindi, raggiunto la maggiore età, è stato un punto fermo, soprattutto nel periodo estivo… sto parlando del Parco di Cardeto.
Ricordo che i miei genitori erano soliti portarmi a giocare in questo spazio attrezzato, dove erano presenti: diversi campi da tennis con spogliatoi attigui e spalti per assistere ai match; luoghi riservati a giochi non a pagamento, tipo i cavallini a dondolo in metallo, che si muovevano con la spinta classica del dondolo, ma che non aveva la base “a barchetta” bensì dei cardini fissati sulla struttura esterna; la pista per le macchinine elettriche, per i bambini un po’ più grandi; dei laghetti dove nuotavano pacifiche delle oche, anatre e dei cigni e, dulcis in fundo, la gabbia del pavone… uno splendido esemplare di maschio che, ai più fortunati, mostrava la sua ruota, affascinando tutti i presenti.
Da adolescente e poi da ragazzo, Cardeto era sinonimo di estate, di ritrovo e di divertimento e, per noi maschiacci, di ragazze ed incontri.
La sera era un immenso raduno di motorini che affollavano le mura perimetrali del parco.
C’era il più “figo” che rimaneva in sella al suo Si o al suo Specialino, mentre la cricca dei suoi amici gli si raccoglieva attorno.
Quelli più tranquilli e meno egocentrici entravano nel parco, prendendo possesso di una sedia al baretto attiguo all’ingresso e lì si parlava, si conoscevano persone e si mettevano monetine nel juke box, per creare la colonna sonora della serata perfetta.
Da grande ho cominciato a portare i miei figli in questo posto, a me molto caro, ma che presentava segni di un degrado notevole.
Fortunatamente già si era innescata la fase di ristrutturazione del complesso in questione ed il mio cuore, sempre amante della mia città e del bello che scorgo in essa, aveva buone speranze che i miei figli avrebbero potuto goderne come avevo fatto io.
Non so il perché, ma i lavori sono andati a rilento, si sono fermati e non so ora a che punto siano…
So per certo che il Parco di Cardeto era un luogo di aggregazione, di svago e che, per me e non solo, era ed è sinonimo di vita… ha un suo ruolo per ogni fase della vita di un individuo, quindi, spero che torni presto in auge e che i nostri figli ne scoprano la beltà.
Terni, la mia città
Il Bello di Terni
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