Giostra dell’Arme a Sangemini, una gemma ricca di storia a Terni.
Dagli Statuti Comunali del XIV secolo ad oggi: la Giostra dell’Arme di Sangemini.
Lo stallone è pronto… strigliato, sellato e con lo sguardo rivolto al tracciato da calcare.
Saggia il terreno con la punta dello zoccolo, mentre gonfia il suo petto poderoso, inspirando profondamente.
Scioglie i muscoli del collo muovendo il muso, facendo quasi segno di non gradire qualcosa, ma la sua mente è protesa solamente alla corsa che lo attende, tentando, con il suo scuotere il capo, di sistemare i finimenti, cosicché non siano un ostacolo alla sua volontà di dare il massimo.
La criniera fluttua nell’aria come piume che danzano nel vento, ed i suoi respiri profondi, intramezzati da altrettanti sbruffi e nitriti, descrivono profondamente la concentrazione racchiuso in quello sguardo corvino, rivolto all’anello.
Tra compagni di ventura ci si conforta ed è proprio quello che il cavaliere fa con la propria cavalcatura, carezzandogli il muso, lisciandogli il crine e dandogli pacche amorevoli sul collo.
Quando sarà il momento opportuno, quando ai muscoli di entrambi sarà richiesto il massimo sforzo, e saranno tirati come sarti di un veliero, i loro occhi punteranno contemporaneamente all’anello di cinque centimetri in fondo alla via, quell’anello da trapassare con la lancia e, proprio in quel momento, i loro cuori batteranno all’unisono, il movimento dell’uomo seguirà e sarà un tutt’uno con la danza del suo destriero.
Poi, carpito con destrezza quel piccolo monile, rimarrà solamente correre… si, correre come se ne andasse della propria vita, per depositare la lancia e l’anello, al centro dell’Arme, lo scudo gentilizio esposto, ma, soprattutto, cavallo e cavaliere sapranno di dover correre per dimostrare di essere i migliori… perchè il proprio “Rione” possa troneggiare su tutti i contendenti.
Un paese, di circa cinquemila abitanti, diviso in Rione Rocca e Rione Piazza; un paese che sente questo appuntamento, di fine estate, come un momento vitale, da preparare con la stessa cura di una esame o di una battaglia… una “divisione” ed una competizione accesa trecentosessantacinque giorni l’anno, un po’ come avviene in quelle grandi città che hanno due squadre di calcio e che, inevitabilmente, spaccano una potenziale unica tifoseria, in due compagini contendenti, ma con la differenza che a Sangemini è palpabile anche una competizione storica, tramandata di padre in figlio e di generazione in generazione.
Questo momento, racchiuso non solo dal percorso circolare che i sei cavalieri e relativi destrieri devono compiere, ma anche dalla moltitudine di spettatori e tifosi presenti esternamente al percorso, sono incorniciati all’interno di un calendario di eventi, che conducono si alla vittoria di uno Rione, ma che impreziosiscono, di certo, quindici giorni di sfilate in costume, presentazioni, appuntamenti, cene in taverna ed, a seguire, di festeggiamenti e goliardia.
Una festa fatta di richiami al passato; una festa fatta di passione ed impegno; una festa che riporta un po’ alle radici della storia di questo Borgo ed alle radici di tutti quei Sangeminesi, orgogliosi delle loro origini e pronti, con slancio e dedizione, a raccontarle a quanti vorranno conoscerle.
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