Un pizzico di Roma, al centro di Terni.
Sopravvissuto al tempo ed alle bombe, per amore dell’Arte.
“Repetita iuvant“, dicevano i latini, ed io, in vari articoli del nostro Blog, mi vedo costretto a ripetere alcuni concetti, che reputo basilari, perchè si capisca dove il mio pensiero vuole arrivare.
Una delle nozioni, che spesso ritorna, è il mio esser nativo di Roma, cosa di cui vado fiero e per la quale, sento un forte legame con la cosiddetta Città Eterna e con quanto ha rappresentato nella sua storia.
Ciò non toglie che, vivendo da quasi tutta la vita a Terni, questa piccola grande provincia è riuscita ad entrarmi nel cuore, tanto da farmi sentire pienamente suo figlio ed a spingermi a creare questo sito, per esaltarne le eccellenze presenti e passate.
Il secondo pensiero, che torna di frequente nelle mie composizioni, è il riferimento alla grande quantità di bombardamenti che Terni ha dovuto subire, durante la Seconda Guerra Mondiale ed a quanto è andato perso in esso.
Questi due pensieri tornano anche oggi, perchè il mio orgoglio romano si interseca con il triste primato della mia cara Terni.
Di tutto il patrimonio presente, prima degli attacchi e dei bombardieri, poco si è salvato, ma, sorprendentemente, proprio il monumento più antico della città è stato risparmiato: sto parlando del meraviglioso Anfiteatro Fausto.
Questo magnifico “Circo“, che aveva una capienza di ben diecimila persone, è antichissimo, tanto che si stima sia ancora più antico del Colosseo, infatti l’Anfiteatro Fausto venne costruito dall’Imperatore Tiberio, tra il 30 ed il 32 d.C., mentre l’edificazione del simbolo di Roma fu iniziata da Vespasiano nel 72 d.C. e venne inaugurato da Tito nell’80 d.C.
Gli studiosi più informati ipotizzano che parte della struttura sia, ancora oggi, interrata, ma la rilevanza storica della struttura è ugualmente notevole.
Anche il particolare aspetto, determinato dallo stile architettonico utilizzato nella costruzione e che viene definito dagli stessi studiosi “Opus Reticulatum” bicromo, rende affascinante l’Anfiteatro Fausto, che prende il suo nome Fausto Titio Liberale, committente della costruzione.
Opus Reticulatum è una tecnica di edificazione che permette una costruzione sommaria prima ed una successiva rifinitura con decori scelti in un secondo tempo; nel caso specifico si tratta di file di pietra sponga e pietra calcarea che abbelliscono i muri esterni.
Nei secoli a venire sono state edificate la Chiesa del Carmine e il palazzo vescovile, quasi come se si innestassero nel muro perimetrale di questo capolavoro, privandoci dell’integrità dell’anfiteatro, ma l’arena e la sua forma ellittica rimangono perfettamente visibili.
Non sono, ovviamente, uno storico e, tanto meno, un esperto di architettura, quindi non mi metterò a fare descrizioni tecniche e particolari su questo pezzo di storia antica, ma posso affermare, con certezza, che merita di esser visto dal vivo.
L’emozione che si prova, entrando al suo interno, sono indescrivibili; si ha la sensazione di entrare in un luogo sacro, in un edificio che vorrebbe parlarci e raccontare migliaia di storie.
Fortunatamente l’Anfiteatro Fausto è sfruttato, ancora oggi, nel suo vero ruolo di Teatro, per spettacoli, concerti e come cinema all’aperto, quindi, la prossima estate potrete provare l’ebbrezza di entrare in vero monumento alla storia, apprezzarlo fino in fondo, per poi godere di uno spettacolo contemporaneo, ma questo, se vorrete, potrà accadere solamente a Terni.
Terni, la mia città
Il Bello di Terni
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